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Paura insolente
in logore mani scosse da tarme occultate in braccia di legno. Dipingo le unghie di rosso, amare ciliege sul tronco spaccato, eroso di sale. Dissenso del senso, congiunzioni invariate: triviali parole blasfeme. Bestemmio il mio volto nell'alterno prospetto e adagio la pelle sfinita aspirando lune plagiate per macchie d'ombra voluta su palpebre gonfie di viola, laccate guance tribali separano pendagli incarniti; panico sciolto in profumo al
bisonte svilito, perpetua nenia
allo smembrato pasto.
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