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Giorni che sfilano
come animali immobili nell'accidia del silenzio e l'anima è appesa al filo del rumore distante e voluttuoso. Un pugno nel cuore declama l'urlo represso e piangerò per me che non ascolto il vento, piangerò per voi
che assenti siete a raccogliere
la desolazione del momento.
Ché nel dolore è l'arte del burattinaio che incide il volto
dell'uomo bifronte
e nella poesia incontro
menestrelli,
che sfiorano, con dita magiche, la verità nascosta nel ventre di mandolini gonfi di malinconia e, saturi guaiti di sangue scorrono nelle piazze della teatralità. Accorre la gente stremata, applaude l'incognita del non consapevole ardire. E tentiamo l'ultima vita, fra stelle declamate, soli spenti e fiori mai esistiti. Odoriamo di rose sfatte, raccolte all'ultimo gradino nella sacca plastificata a memorie allineate.
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