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Conobbi un poeta sfondato nel fango,
ballammo un tango intrecciando poesia.
Attori appesi ad una botte di linfa,
toccammo l'aurora bianca di rosa,
infissi al taglio di prosa celata.
Era l'inferno o la resa dei conti,
parlammo d'idee, di ultime braci di
un fuoco mai nato, di un figlio abortito.
Ressi il confronto, parlai di sconto
di valori divelti, di pecore vive,
di rostri in rovina, di maiali ingrassati.
Salimmo la china scendendo le scale,
lui rise di me, io contai i suoi denti:
erano trenta punture aspiranti.
Nacque l'amore nel fango danzando,
l'errore retṛ mi mise in ginocchio,
toccai la sposa per pietà di posa.
Ora dorme d'inverno il dannato poeta,
sgrana bambini di p̣ngo, conta alla meta,
ricolma, ridendo, il tango nel fango.
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